Balotelli a Nizza, anno secondo

Il 25 giugno il Nizza ha annunciato il rinnovo di Mario Balotelli: prolungamento di un anno per la stagione ‘17/’18. L’italiano ha firmato con gli Aiglons un contratto i cui dettagli non sono stati resi noti sul sito della società, che però ha lasciato intendere che il giocatore abbia accettato di fare uno sforzo in termini di compenso economico per restare al Nizza, presentando quindi la scelta come sintomo della creazione di un “legame di cuore” e corredando l’annuncio del rinnovo con un banner che recita “SuperMario, bienvenu chez toi”.

Quando l’anno scorso a fine agosto Balotelli è stato presentato dal Nizza, la notizia ha destato sorpresa. La squadra scelta dall’attaccante per il proprio rilancio non aveva infatti il blasone delle compagini europee nelle quali Balotelli aveva militato in precedenza, né poteva garantirgli lo stipendio da capogiro che l’ex numero 9 azzurro avrebbe potuto percepire in Cina, meta che era data come molto probabile per il suo prosieguo di carriera visto il fallimento dell’attaccante a grandi livelli in Europa.
Eppure, l’approdo del giocatore in Costa Azzurra è stato innegabilmente un colpo azzeccato del suo controverso agente Mino Raiola, in quanto nella passata stagione Balotelli, un giocatore la cui reputazione internazionale era ormai compromessa, è stato uno degli uomini chiave della storica stagione del Nizza, arrivato per la prima volta nella sua storia sul podio della Ligue 1 e qualificatosi al terzo turno preliminare di Champions League.

Molti si aspettavano che Balotelli, alla luce della stagione appena trascorsa, lasciasse il Nizza per accasarsi presso una squadra di maggiori ambizioni, come accaduto l’anno scorso con Ben Arfa, rilanciato dal Nizza per poi accasarsi al PSG a fine stagione, facendo un salto importante ma finendo quasi sempre in panchina o addirittura in tribuna. Forse proprio le infinite ombre della stagione dell’ex nazionale francese al PSG hanno portato Balotelli a riflettere bene prima di lasciare la Costa Azzurra. Il fatto che l’annuncio del rinnovo sia arrivato a fine giugno non lascia dubbi: quella di restare a Nizza è una scelta cercata, non un ripiego dovuto alla mancanza di altre offerte. Dunque Balotelli, per la seconda stagione di fila, militerà nel Nizza, e questa, per quanto inaspettata, potrebbe essere la miglior decisione presa dall’ex azzurro in carriera.

Infatti, innanzitutto, al Nizza Balotelli riveste un ruolo da protagonista, soprattutto a livello mediatico. Questo è nell’interesse del giocatore, ma anche della squadra. La figura di Balotelli è sempre stata molto mediatizzata, e ciò fa parte del personaggio, che ha sempre associato alla propria figura look appariscenti e comportamenti stravaganti fuori dal campo. Diventato un’icona di stile – a modo suo – Balotelli ha bisogno di sentirsi un personaggio e di glorificare continuamente sé stesso (sono noti a tutti la piscina con le sue iniziali e la statua della sua esultanza in Italia-Germania che l’attaccante ha fatto installare nella sua villa). A Nizza, Mario può assumere certe pose contando su un rapporto più rilassato con la stampa, che lo lascia in pace sulla vita privata, limitandosi a punzecchiarlo per i fatti di campo (non è passato inosservato l'”1″ in pagella rifilatogli da L’Équipe dopo la stupida espulsione rimediata contro il Lorient la scorsa stagione). Eppure, il fatto di giocare per una squadra il cui ambiente subisce meno pressioni rispetto alle squadre per cui ha giocato in passato sembra aver giovato all’attaccante. Inoltre, visto il suo status rispetto ai compagni, bisogna anche mettere in conto che il Nizza a livello di esposizione mediatica beneficia enormemente della presenza di Balotelli: dal momento dell’arrivo in Costa Azzurra di Mario la squadra ha aperto due nuovi account Twitter, in lingua italiana e inglese, per soddisfare la curiosità verso gli Aiglons che l’arrivo dell’italiano avrebbe sicuramente suscitato. Balotelli ha avuto un impatto notevole anche sulle vendite del merchandising della squadra rossonera: a novembre 2016 erano già 15mila le maglie del Nizza vendute, contro le 8mila totali della stagione precedente, con una prevalenza assoluta di maglie col nome di Balotelli: secondo la statistica, per la precisone, solo da inizio stagione a novembre si è venduta una sua maglia ogni sei minuti.
Questo, nel bilancio dei fattori extra-campo che pesano e al netto di alcune incomprensioni avute con il resto dello spogliatoio e con l’allenatore Favre, motivate dalla proverbiale indolenza dell’attaccante e dalla sua attitudine “ribelle” rispetto ad alcuni dettami tattici, ha sicuramente spinto il Nizza a volerlo tenere.

È chiaro che la situazione in cui Balotelli si trova ora, considerato come il campione di casa,  “coccolato” ma non troppo, meno “vittima” della stampa di quanto invece gli era accaduto in Italia e in Inghilterra, sia quella ideale per accompagnare nell’età della maturità un giocatore dal talento innegabile che però a livello psicologico sembra non aver mai trovato pace. La collocazione della sua nuova dimora, peraltro, sembra favorirlo ulteriormente: vicina all’Italia ma anche ai divertimenti e alle spiagge, Nizza sembra il luogo ideale per Mario, che ha sempre avuto la fama di “bon vivant” e si trova più a proprio agio se vicino alla famiglia e agli amici stretti. Jean-Pierre Rivière, rimasto nominalmente presidente della squadra francese, ormai all’ 80% di proprietà sino-americana, al momento dell’ingaggio dell’attaccante si era auspicato proprio questo, che Balotelli potesse tornare a mostrare il proprio valore e «tornare a provare piacere nel giocare a calcio» stimolato dall’«ambiente familiare» del Nizza.

Nonostante un’attitudine per nulla partecipativa di Balotelli – che rinuncia consapevolmente a mettersi in gioco con l’intensità richiesta da Favre in tutte le fasi – e nonostante gli infortuni, un’assenza per motivi disciplinari e ben tre espulsioni in stagione, la stagione di Mario al Nizza si è chiusa in maniera positiva, con la realizzazione di 17 reti in 28 partite, di cui 12 davanti al pubblico di casa, che ormai lo riconosce come uno dei propri beniamini.
A salvare Balotelli a fronte del suo gioco per nulla associativo, è stata la sua estrema efficacia sotto rete; l’italiano si è infatti distinto per una freddezza e precisione che lo hanno portato a chiudere la stagione con una buona media realizzativa (un gol ogni 116 minuti) e una statistica di tiri nello specchio del 69%, in Ligue 1 seconda solo a Mbappé (78%).

Se Balotelli con il passaggio al Nizza sembra aver salvato la propria carriera europea in corner, si può dire che la sua decisione di dare continuità all’esperienza in Ligue 1 sia stata saggia. Un passaggio verso una squadra dalle ambizioni più elevate o un rientro in Italia avrebbero potuto spostare di nuovo i delicati equilibri psicologici del giocatore, mentre un trasferimento in Cina avrebbe potuto sicuramente garantirgli uno stipendio stellare ma, catapultandolo in una realtà del tutto nuova e culturalmente molto distante da quella a cui è abituato – avrebbe molto probabilmente finito per farlo sentire a disagio. Il Nizza, sempre più ambizioso e desideroso di presentarsi regolarmente ai blocchi di partenza nelle competizioni europee, sembra al momento la squadra più adatta a gestire gli umori del centravanti, punto focale da cui dipende il suo rendimento in partita. In questo, grande merito va a Favre, che ha accettato con pazienza di rinunciare ad un certo apporto del giocatore in fase di pressing e costruzione del gioco ma ha avuto il merito di riuscire a incanalare sui binari giusti quella che forse resta la più spiccata tra le doti di Balotelli: quelle di realizzatore.

By: @lastanzab

Photo by: ESPN FC