Ritorno al futuro

L’ avvenuta separazione tra il Bayern Monaco e Carlo Ancelotti ha creato un nuovo vuoto di potere nel management bavarese dopo appena un anno dalla messa sotto contratto dell’ allenatore italiano in sostituzione di Pep Guardiola, colpevole di sposare una idea di calcio incompatibile con la filosofia tedesca.

Il normalizzatore Ancelotti, chiamato a disintossicare l’ambiente dopo la miriade informazioni inserite nel sistema dal suo predecessore, non è però riuscito a farsi amare sin dal primo giorno per via di un approccio al lavoro quotidiano ritenuto superficiale.

Neanche nei rapporti interpersonali pare che Ancelotti avesse conquistato la stima e la fiducia dello spogliatoio. Il suo essere freddo e distaccato ha contribuito a creare una barriera tra lui ed i giocatori, alzatasi ancor di più alla vigilia della sfida di mercoledì scorso contro il PSG.

La mancanza di comunicazione con una parte di senatori (Hummels, Robben e Ribery relegati in panchina, Boateng spedito in tribuna) è stata la pietra tombale sulla sua esperienza in Germania, unita all’ umiliazione finale e le conseguenti scellerate scelte tattiche, i recenti risultati in Bundesliga, il mercato condotto con poca logica e la preparazione estiva scadente che aveva già dato i primi segnali di crisi.

Ora toccherà al conclave bavarese non ricommettere gli stessi errori e trovare il giusto sostituto per ridare morale all’ ambiente. Il primo nome circolato è stato quello di Thomas Tuchel, ex allenatore del Borussia Dortmund.

Pur non avendo gli uomini adatti, Tuchel potrebbe riproporre il suo 4-1-4-1 basato sul juego de posición tipicamente guardiolesco. Nel nuovo contesto i primi a beneficiarne potrebbero essere gli ostracizzati Hummels e Boateng, coppia affiatata che garantirebbe non solo copertura ma anche un aiuto nella costruzione del gioco partendo dalle retrovie.

In mediana la valigetta coi codici della squadra potrebbe essere affidata temporaneamente a Sebastian Rudy, l’unico dei centrocampisti in rosa che concettualmente può avvicinarsi a Xabi Alonso rispetto a Vidal, Tolisso e Thiago Alcantara. Il non aver rimpiazzato il playmaker spagnolo resta infatti uno degli errori più evidenti della gestione Ancelotti.

Nei quattro dietro Robert Lewandowski invece la scelta dipenderà dal compromesso che Tuchel dovrà trovare tra i suoi principi tattici, il materiale a disposizione e le personalità ingombranti all’ interno dello spogliatoio da gestire. Volesse ottimizzare il possesso palla, occupare meglio il campo, creare più soluzioni di passaggio per il portatore di palla e quindi avere la superiorità posizionale, Thiago Alcántara potrebbe vestire i panni del Gündoğan di turno. Lo spagnolo sarebbe chiamato a galleggiare tra trequarti e zona centrale del campo, abbassandosi in base al ventaglio di opzioni di passaggio disponibili da parte del pivòte. Il lavoro di accentramento per accorciare il campo e favorire l’aumento dei giri del possesso palla ed il coinvolgimento del “falso trequartista” invece calzerebbe a pennello su Franck Ribéry, Arjen Robben o James Rodríguez, condizione fisica permettendo.

La scelta di mettere sotto contratto Thomas Tuchel sarebbe quindi una decisione intelligente, non presa quando all’ epoca il suo nome venne caldeggiato da Pep Guardiola oramai già destinato al Manchester City. Ora sembra che i tempi siano maturi per porre rimedio agli errori commessi in passato e far risplendere il nome del Bayern in Europa e nel mondo.

Escritto da: Massimiliano Iollo

Foto: AFP or Licensors