La stagione 2016/17 di Gianluigi
La stagione 2016/17 di Buffon è stata ancora una volta un’annata da numero uno assoluto, con il capitano della Juventus che, a 39 anni compiuti, si è confermato nuovamente come uno dei migliori portieri del mondo, nonché sicuramente il più longevo dei tempi moderni.
Chiudendo la stagione 20 clean sheet in 42 partite (12 in campionato, 8 Champions), e lasciando il posto di titolare a Neto solo in Coppa Italia e in alcune partite di campionato ritenute da Allegri meno decisive, Buffon è stato titolare inamovibile nonostante l’età e ha mostrato una tenuta fisica straordinaria. La sua media di parate ogni gol subito è di 2.65 in Serie A e di 2.43 in Champions, con una media di gol subiti a partita di 0.80 e 0.58 rispettivamente nelle due competizioni.
Era difficile ripetersi dopo una stagione in cui il portiere carrarese ha stabilito il record di imbattibilità in serie A (973 minuti nella stagione 2015/16), ma Buffon è riuscito nuovamente a rendersi decisivo per il cammino della sua squadra in campionato e in Champions. In quest’ultima competizione ha mantenuto la rete inviolata per 600 minuti consecutivi, dal momento che la Juventus non ha subito gol tra le gare del 22 novembre e la gara di ritorno contro il Monaco del 9 maggio, e tenuto conto del fatto che nella gara contro la Dinamo Zagabria del 7 dicembre ha giocato Neto.
Si può dire che il vero turning point della stagione di Buffon sia arrivato abbastanza presto: a inizio ottobre il portiere commette un errore abbastanza grave durante una partita con la Nazionale; nel match di qualificazione ai Mondiali disputato a Torino contro la Spagna, l’estremo difensore azzurro esce in modo scomposto, convinto di spazzare con i piedi una lancio basso che Vitolo si appresta a controllare poco fuori dall’area, sfiora soltanto la palla col piede e la lascia poi all’attaccante avversario per un facile appoggio in rete.
Come spesso accade per i portieri che commettono errori, e ancor più nel caso di un portiere molto esposto alla stampa, Buffon viene attaccato e bollato come “finito” dalla maggior parte dei quotidiani sportivi.
L’occasione di riscattarsi sul campo arriva prestissimo: il capitano bianconero è l’autentico protagonista della partita di Champions League disputata a Lione il 18 ottobre. Messa sotto assedio dalla squadra di casa, la difesa bianconera resiste principalmente grazie alla prestazione straordinaria di Buffon, che para un rigore a Lacazette e respinge due tiri da distanza ravvicinata, prima su Fekir e poi su Tolisso che ci prova di testa. La serie di miracoli del suo estremo difensore permetterà alla Juventus di strappare con le unghie e con i denti una vittoria, mentre Buffon coglie l’occasione per togliersi qualche sassolino nel post-partita, lanciando una frecciata ai suoi detrattori davanti alle telecamere.
In un mix perfetto di attenzione alla propria forma fisica e concentrazione, Buffon ha saputo mantenere alto il livello delle sue skill principali: l’esplosività e la reattività, che gli permettono di arrivare a coprire lo specchio sia sulle conclusioni dalla distanza che nelle uscite basse. Riflessi e sangue freddo non gli sono mancati neanche in una delle occasioni che rappresenta senz’altro una delle sue parate più iconiche in stagione, quella realizzata su Iniesta, assistito in area da Messi nella gara di andata tra Juventus e Barcellona. Buffon replica a Monaco, ribattendo in angolo una deviazione a colpo sicuro di Mbappé, che tenta la zampata decisiva dopo esser stato servito con un traversone dalla destra.
Inutile nasconderlo, l’unica grande amarezza della stagione di Buffon è la sconfitta in finale di Champions League, terza in carriera e partita in cui il portiere bianconero subisce il maggior numero di gol in stagione. L’amarezza era visibile sul volto del portiere già dopo il secondo gol, segnato da Casemiro dalla distanza e con l’aiuto di una deviazione. A Buffon resta dunque una sola cartuccia per provare a vincere la coppa dalle grandi orecchie dato che, come da lui stesso annunciato tempo fa, il piano del portiere azzurro è quello di chiudere la carriera con il Mondiale 2018.
L’annata che si appresta ad iniziare, nuova sfida per il numero uno bianconero, sarà particolarmente delicata, vista la pressione e l’attenzione che il giocatore subirà trattandosi molto probabilmente della sua ultima stagione, nonché di una traghettata verso il prossimo Mondiale, in cui il portiere farà pesare la propria legacy ma dovrà anche fare i conti con la competizione dell’emergente Donnarumma, secondo molti il suo legittimo erede.
Foto: Getty
Elena Chiara Mitrani @lastanzab