La rivoluzione monegasca
Se c’è una cosa capace di mettere d’accordo i tifosi di tutte le latitudini, quella è la piacevolezza provata nel veder giocare il Monaco di Leonardo Jardim la stagione scorsa.
Le fortune del club monegasco, laureatosi sorprendentemente campione di Francia e qualificatosi alle semifinali di Champions League, partono però da lontano.
Nel 2014 infatti, dopo aver messo sotto contratto l’allenatore portoghese in sostituzione di Claudio Ranieri, molte furono le tentazioni in cui la proprietà russa stava per cadere. Tre sconfitte nelle prime cinque partite di campionato alimentarono il malcontento in un ambiente già non tranquilla dopo la cessione dell’ idolo James Rodriguez. Chi chiese la testa di Jardim però non fu accontentato, perché inaspettatamente a tendere la mano ci pensò il proprietario Rybolovlev, fermo nella decisione presa mesi prima di affidare la panchina ad un allenatore emergente che aveva fatto parlare bene di sé tra Portogallo e Grecia.
Quella scelta, ancora oggi, sta pagando. Jardim infatti è il fulcro del progetto monegasco, capace di rimanere inalterato anche di fronte a inaspettati cambi di programma come possono essere le cessioni.
Ai biancorossi, nonostante l’ ampia disponibilità economica della proprietà, va riconosciuto il merito di aver rivalorizzato l’ importanza del settore giovanile, del talento locale e dello scouting, aspetti resi marginali da un football sempre più moneta-dipendente.
Tutto ciò ha contribuito alla strepitosa stagione dell’ AS Monaco, una squadra bella da vedere e da studiare.
Inevitabilmente però, oltre ai trofei, la gloria e l’orgoglio di aver messo di nuovo Montecarlo sulla mappa del football che conta, ci sono anche aspetti meno piacevoli che devono essere affrontati.
Come in passato accaduto con James Rodríguez passato al Real Madrid, e Anthony Martial portato in Premier dal Manchester United, anche quest’anno sui pezzi pregiati della cristalleria monegasca si son posati gli occhi delle big d’ Europa.
Stando ai rumor che circolano oramai da qualche mese, Leo Jardim – fresco di rinnovo di contratto dopo un serrato corteggiamento da parte di vari club cinesi – rischia di ritrovare molti degli interpreti che hanno contribuito all’ exploit dello scorso anno.
Bernardo Silva per esempio ha purtroppo già compiuto lo stesso tragitto del sopracitato Martial, preferendo però rispetto all’ ex Lione la metà blue di Manchester. Ce ne sono tanti altri però che potrebbero stringere la mano di chi li ha resi famosi ed abbandonarsi tra le braccia di chi sembra essere pronto a ricoprire d’oro loro ed il club.
L’ esterno mancino Benjamin Mendy per citarne uno, sembra poter seguire al City il compagno Silva, mentre Fabinho è ancora indeciso se prendere lo stesso suo aereo (ed andare allo United) oppure percorrere pochi kilometri e mettere radici a Parigi.
Anche Londra viene valutata come meta appetibile per i giocatori monegaschi. Secondo la stampa britannica infatti, Tiemoué Bakayoko sta discutendo oramai da giorni i termini di contratto con il Chelsea di Antonio Conte e Thomas Lemar spinge al trasferimento alla corte di un Wenger che, da più di un anno, ha iniziato l’opera di convincimento nei confronti di Kylian Mbappè per portarlo all’ Arsenal e farne di lui il nuovo Thierry Henry.
Le suddette voci di mercato però, non stanno disturbando affatto i rouges et blancs, decisi nel non smantellare il gruppo, ma nell’ eventualità di porre rimedio alle partenze con i giusti acquisti.
Qualcuno dei colpi in entrata è già andato in porto. Se le uscite di Fabinho o Bakayoko dovessero formalizzarsi, il loro posto sarebbe pronto ad essere preso da Soualiho Meïté (23enne parigino che l’anno scorso ha fatto parlare di sé per l’ottimo campionato disputato in Belgio con la maglia dello Zulte Waregem.
Pur essendo dotato di una buona tecnica di base, fa dell’ agilità e della forza fisica i suoi punti di forza) e dal talentuoso centrocampista belga Youri Tielemans, acquistato per una cifra attorno ai 25M. L’ ex capitano dell’ Anderlecht rappresenterebbe sicuramente un passo indietro per quanto riguarda la fase difensiva, ma aggiungerebbe qualità ad un reparto che l’ anno scorso, per far scorrere la palla, ha necessitato spesso dei movimenti a rientrare di Bernardo Silva e Lemar o dell’ ingresso di João Moutinho. Oltre a loro, il direttore sportivo Antonio Cordòn ha sta prendendo informazioni per Yves Bissouma, centrocampista maliano per cui il Lille ha già rifiutato una offerta attorno ai 15M di euro, e per il numero 8 del Vasco da Gama Douglas Luiz, inseguito però anche da Guardiola.
Per quanto riguarda gli esterni, sia difensivi che offensivi, le preoccupazioni non sembrano tante. Partisse Mendy, il Monaco avrebbe già in casa il sostituto, senza neanche andare a scandagliare il mercato per trovare qualcuno all’ altezza di uno dei pupilli di Marcelo Bielsa ai tempi del Marsiglia. Già a Gennaio gli scout del Monaco hanno portato in rosa Jorge, 21 terzino brasiliano che in due anni al Flamengo aveva già conquistato stabilmente un posto nell’ undici iniziale.
Se tra i partenti invece dovesse figurare anche il nome di Thomas Lemar – acquistato due anni fa dal Caen per 4M e rivendibile per una cifra almeno dieci volte superiore – Jardim potrebbe pensare di lanciare due esterni di centrocampo nuovi di zecca. A sinistra gli addetti ai lavori sarebbero pronti a scommettere sulla sregolatezza ed il genio Allan Saint-Maximin,reduce da una formante esperienza con il Bastia e da una eliminazione al Mondiale U20 con la Francia, mentre sulla destra – oltre alla candidatura del gioiello de La Masia del Barça Jordi Mboula – a concretizzarsi potrebbero essere i datati interessamenti per il mancino rioplatense Gonzalo “El Pity” Martínez o per il senegalese Ismaïla Sarr (ala del Metz autore di 5 reti e 5 assist nella sua prima stagione da professionista)
Più difficile risulterebbe rimpiazzare Mbappè. In questo caso il business plan del Monaco potrebbe orientarsi non più sullo scouting ma sull’ acquisto di un giocatore fatto e finito come potrebbero essere Michy Batshuayi del Chelsea (desideroso di giocare in vista del Mondiale dell’ anno prossimo).
L’allenatore porghese sarebbe chiamato ad una nuova sfida: la costruzione di un nuovo gruppo. Il suo 4-4-2 – mutato in più di una occasione in 4-3-3 per dare un maggiore apporto alla fase difensiva – dovrebbe essere indottrinato di nuovo in menti giovani ma con voglia di imparare e di raggiungere, e magari superare, i loro predecessori. L’ AS Monaco farebbe un momentaneo e solamente ipotetico passo indietro oggi, per farne però due o tre in avanti un domani.
Insomma, anche se tanti delle stelle dell’ attuale Monaco dovessero partire, nulla potrà fermare la crescita di un club che ha saputo risorgere dalle ceneri della Ligue 2 e imporsi di nuovo come una delle realtà più importanti ed interessanti di Francia e d’ Europa.
Foto: AFP/Getty Images
Scritto da: Massimiliano Iollo